lunedì 19 settembre 2011

Da "Il Futurista"

Umberto Bossi e i suoi ministri invocano la secessione e gridano all’esercito padano, quasi volessero la guerra civile nel paese. Non c’è democrazia, attacca Bossi da Venezia, c’è il fascismo quindi serve la secessione. Il leader della Lega farnetica al cubo in una di quelle sagre del suo partito e assieme ai colonnelli che ancora lo sostengono invoca la guerra civile. Dice: «Ma come si fa a stare in un Paese che sta addirittura perdendo democrazia? Il fascismo è ritornato con altri nomi e facce. Piano piano, non possiamo illuderci di fare senza la secessione. Dobbiamo avere la forza per ottenere la nostra libertà, L'Italia attuale è uno schifo».
Poi tocca anche il discorso pensioni: «La Lega Nord ha convinto il ministro dell'Economia e il governo a non toccare le pensioni nell'ambito della manovra e chi se ne frega dell'Europa che vuole tagliare tutto». Infine l'ipotesi referendum per la Padania. Mentre il ministro Calderoli aggiunge che il governo andrà avanti così fino alla fine, riservando anche una stoccata all'Udc sbraitando niente inciuci. Intanto Angelino Alfano  segretario del Pdl continua  a difendere l’indifendibile, annunciando di voler arrivare al 2013. Proseguendo in un arroccamento suicida e deleterio per il paese.  Insomma, nessuno dalle parti della maggioranza mostra un minimo di responsabilità e rispetto, per questo non possiamo che dare ragione a Eugenio Scalfari, che su Repubblica di oggi invoca l’intervento del capo dello stato. L’unico che può, al momento, risolvere l’intricata matassa.  E come ha rilevato Paolo Madron su Lettera 43, c'è aria di golpe, il tramonto di Berlusconi e Bossi fa temere una deriva eversiva: e Napolitano si muova.

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