martedì 1 marzo 2011

ADDIO AGLI INCENTIVI PER L'ENERGIA PULITA ?

(Epa)
MILANO
- Il provvedimento sulle energie rinnovabili, all'esame martedì al Consiglio dei ministri, minaccia di bloccare lo sviluppo dell'energia fotovoltaica in Italia mettendo a rischio anche migliaia di posti di lavoro. Lunedì in una conferenza stampa tenuta a Roma sul marciapiede di fronte al ministero dello Sviluppo Economico, le associazioni ambientaliste (tra cui Legambiente, Wwf Italia, Greenpeace) e i Verdi, insieme con il mondo delle aziende e dei produttori (Assosolare, Aper, Asso Energie Future) hanno denunciato il blocco degli incentivi una volta che saranno raggiunti gli 8 mila megawatt (MW) totali di potenza installata previsti per il 2020. Una soglia - spiegano i promotori - alla quale saremo vicini già questa estate (7 mila MW), in base alle stime fornite dal Gestore dei servizi energetici (Gse).
COSTI E LIMITI - Nelle scorse settimane operatori del settore avevano già contestato le notizie diffuse che le bollette elettriche degli italiani sarebbero gravate dagli alti costi degli incentivi per il fotovoltaico, riducendo a 1,70 euro al mese i costi aggiuntivi. Gli operatori contestano soprattuto il tetto di 8 mila MW fotovoltaici previsti nel 2020, quando una nazione come la Germania, con una quantita di radiazione solare di gran lunga inferiore all'Italia, per la stessa data ha posto come obiettivo ben 52 mila megwatt, cioè un limite di quasi 7 volte superiore. «Il tetto incentivabile massimo di 8 mila megawatt totali per il fotovoltaico trasmette l'idea che le rinnovabili siano una malattia da limitare più che un'opportunità da sfruttare al meglio», dice Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future. «Chi vuole eliminare una a una tutte le rinnovabili, prima l'eolico e poi il fotovoltaico? Che destino attende un Paese che distrugge sistematicamente le proprie opportunità di sviluppo?», aggiunge Sapienza. Il presidente di Assosolare Gianni Chianetta mette l'accento sulle conseguenze per uno dei pochi settori in crescita in Italia: «Se il decreto fosse approvato in questi termini segnerebbe la fine del fotovoltaico. Ci auguriamo che il governo abbia modo di rivedere la sua posizione, anche per non compromettere uno dei pochi settori in controtendenza nell'economia italiana e migliaia di posti di lavoro».
NUCLEARE FAVORITO - Più decisa nelle accuse Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente: «Il governo vuole bloccare l'eolico, il solare e le biomasse per dare spazio al nucleare. Dopo due mesi di audizioni e confronti in Parlamento, con l'approvazione di risoluzioni da parte di Camera e Senato che proponevano correttivi al primo testo presentato dal governo, perché approvare un testo che non tiene in alcun conto queste proposte?», si chiede Muroni. «Speriamo che il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo intervenga e faccia valere le ragioni dell'ambiente».

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